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Curiosità

Nell’antichità l’artemisia veniva adoperata e offerta in dono agli dei durante i rituali sacrificali, svolti affinché si potesse ottenere un buon raccolto, poiché era ritenuta il simbolo della donna e della fertilità. Tale considerazione la si può riscontrare nel significato del nome della pianta che dal greco si traduce come grande Artemes, cioè sano. Era inoltre una pianta consacrata alla dea Artemide, la divinità greca che aveva il compito di proteggere le donne durante la loro vita e soprattutto durante il parto.

Conosciuta anche con il nome di assenzio maggiore, l’artemisia absinthium viene citata persino nella Bibbia per le sue proprietà terapeutiche. Dall’artemisia si estrae, infatti, l’assenzio, una sostanza digestiva e tonicizzante che per secoli fu l’ingrediente principale di un distillato usato abbondantemente dagli artisti, prima solo europei poi anche americani ma, che fu bandito a causa dell’assuefazione che procurava. Da tempo si è ormai scoperto che a causare l’assuefazione non era l’assenzio ma l’alcool che veniva addizionato al distillato.

A testimonianza dell’uso della bevanda a base si assenzio e dei suoi effetti vi è un famoso il quadro di Edgar Degas, che si trova nel Musée d’Orsay a Parigi, dal titolo “L’Absinthe” (L’Assenzio), del 1876. Il dipinto ambientato in un Café parigino, il Café de la Nuovelle Athènes in Place Pigalle, rappresenta due personaggi, l’incisore Marcellin Desboutin e l’attrice Ellen Andrée, famosi all’epoca del pittore, che bevono il liquore a base di assenzio e mette in evidenza l’effetto di stordimento che tale liquore ha sui due protagonisti.

Ancora oggi esiste un mito, legato al potere tonicizzante e rafforzante della pianta, secondo il quale mettendo qualche foglia di artemisia nelle scarpe al mattino, quelle scarpe permetterebbero di percorrere molti chilometri senza far percepire la fatica.

Nel linguaggio dei fiori e delle piante simboleggia la felicità e la salute. E’ il fiore ideale da donare quando si vuole ringraziare qualcuno per ciò che fa quotidianamente. 

Artemisia L., 1753 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae).

Etimologia

Il termine che indica il genere Artemisia, di etimologia incerta, è in genere ricondotto alla dea greca della caccia Artemide, o secondo un’altra ipotesi alla regina Artemisia († 350 a.C.), succeduta sul trono di Caria al fratello e consorte Mausolo; si ipotizza inoltre un riferimento al greco artemes (“sano”), con allusione alle proprietà medicamentose delle piante del genere. Il nome scientifico Artemisia si deve a Linneo (Carl von Linné, 1707–1778), medico e naturalista svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, che descrisse la specie tipo Artemisia vulgaris nella pubblicazione ”Species Plantarum” del 1753.

Considerata come tonico di primavera, soprattutto in tintura madre, aumenta la tonicità e l’energia degli organi  (pp191 fitoterapia Jean Valnet, giunti ed. 2015) oppure utilizzata come vermifugo, antispasmodico, vulnerario  e anti epilettico

L’artemisia nei secoli passati era considerata un’erba magica capace di scacciare la negatività e di promuovere lo sviluppo dei poteri psichici e degli stati medianici, è un’erba molto potente ed evocativa viene usata nei talismani di protezione contro le disgrazie e nei rituali 

Pianta sacra alla dea lunare Artemide, la pianta di artemisia è sotto l’influenza della dea Diana e di Artemide, di Marte e della Luna

Nel mito si racconta che l’Artemisia sia stata donata alle donne dalla Dea Artemide, da cui prende il nome, per rendere il ciclo mestruale regolare, aumentare la fertilità e aiutare nei parti difficili

Un vecchio detto dice: “Chi porterà l’artemisia nel suo cammino non si sentirà mai stanco”, difatti era usata come talismano contro la fatica mettendone foglie fresche nei calzari

In alcuni paesi, nel giorno di ferragosto, gli sposi si regalavano corone di artemisia per propiziare la fertilità, per proteggere la fedeltà e la felicità coniugale

Questa pianta non protegge solo i viaggi fisici, ma offre la sua protezione anche durante i viaggi spirituali, quindi sarebbe opportuno bruciarne durante le meditazioni, lo smudge brucia insieme a altre erbe per purificare ambienti e persone, e il fumo aspirato favorisce le visioni

Da sempre considerata l’erba delle streghe, erano le donne herbane che sapevano la giusta dose che serviva all’uopo nei vari casi di malattia e dosavano con sapienza la medicina Esiste un rapporto molto stretto tra le Donne e le Erbe che si perde nella notte dei tempi. Le erbe possono curare, nutrono il fisico e lo spirito, ma queste stesse erbe, possono anche uccidere. E’ questo il motivo per cui, spesso, l’uomo è spaventato dalle *Donne Herbane*, che conoscono ciò che da la vita, ma che può anche procurare la morte. Prima delle persecuzioni alle Streghe, la Donna Herbana era riconosciuta a livello sociale, occupava un ruolo importante e di riferimento per l a collettività, perché era *Colei che guariva*, ma la fobia delle streghe, accentuò la paura che dietro questa antichissima sapienza erboristica, si nascondessero osceni rituali diabolici

Per comunicare con gli Dei, gli antichi Greci, mescolavano fiori di Artemisia con il grasso degli animali sacrificati e il fumo che saliva al cielo era assai gradito agli dei

ti-sana da una parola greca ”artemes” (= sano) alludendo alle proprietà medicamentose delle piante del genere Artemisia

erba magica di Harry Potter: «Per tua informazione, Potter, asfodelo e artemisia insieme fanno una pozione soporifera talmente potente da andare sotto il nome di Distillato della Morte Vivente— Severus Piton[1] Il Distillato della Morte Vivente (Draught of Living Death) è una pozione estremamente potente che spedisce chi la beve in un sonno simile alla morte, come se la vita della persona stessa fosse appesa ad un filo. La pozione appare alquanto difficile da preparare, considerando che persino Hermione Granger, che pure è un’ottima studentessa nonché abile nel preparare pozioni, ebbe non poche difficoltà durante la preparazione.

L’artemisia è forse la pianta più famosa tra le erbe di San Giovanni (24 Giugno), fa parte del mazzetto degli odori e veniva solitamente raccolta allo spuntare del giorno, camminando all’indietro

l’erba della moxa

l’infuso è utilizzato come gargarismo dai cantanti e grandi oratori per ripulire le corde vocali

l’artemisia invecchiando acquisisce efficacia

per i tuoi amici animali diventa un’antisettico naturale, aggiungine qualche foglia (meglio quelle ricavate dal residuo dell’infuso) nella sua pappa

in cucina, il suo gusto basico s’incontra con svariati abbinamenti culinari ecco un esempio da mangiare da dio

Nel mondo greco-romano era nota per la sua efficacia contro le convulsioni e le crisi epilettiche

Una volta l’inchiostro veniva stemperato con succo di Artemisia, per rendere la carta inattaccabile dalle tarme

STORIA DI UN NOBEL: I Vietcong stavano perdendo più soldati per colpa della malaria che dei nemici americani. La classica clorochina cominciava a non funzionare più e il Presidente nord vietnamita Ho Chi Minh si decise a chiedere un aiuto al suo alleato Mao Zedong: forse la medicina orientale poteva trovare una soluzione. «Conoscevo molti rimedi dell’antica farmacopea cinese compreso il qinghao, citato in alcuni scritti già nel 168 avanti Cristo, poi menzionato in un libro dell’ alchimista Ge Hong nel 340 dopo Cristo e adottato nel 1956 da un famoso naturopata di nome Li Shizhen come antidoto contro “febbre e brividi”». A parlare oggi è la settantasettenne dottoressa Tu Youyou che all’epoca della Guerra del Vietnam lavorava come ricercatrice all’accademia della medicina tradizionale cinese di Pechino, oggi premio nobel per la medicina del 2015

Nel mondo ci sono varie leggende su questa pianta magica, ma una in particolare è più conosciuta delle altre. Racconta di una ragazza che andando a passeggio, finisce in una buca piena di serpenti. Sul fondo dell’antro c’è una pietra luminosa e i serpenti, per potersi saziare, ne leccano il succo che emette. La ragazza, per sopravvivere, imita i serpenti e, quando arriva la primavera, questi si snodano e compongono una scala cosi da poter fare uscire la ragazza all’aperto. La regina dei serpenti fa un dono alla ragazza, le concede la facoltà di comprendere il linguaggio delle piante e di conoscerne tutte le proprietà medicamentose, in cambio, lei non deve mai nominare l’Artemisia. La fanciulla ben presto si accorge di comprendere tutto ciò che le piante le dicono e suggeriscono. Un giorno, un uomo le domanda come si chiama quella pianta che nasce nei campi, ai bordi dei sentieri. La fanciulla, senza riflettere risponde: “Artemisia”, e di colpo le piante smettono di parlarle. Ecco perché l’Artemisia viene chiamata anche *Pianta dell’oblio*.